Transizione proteica – Varietà nelle scelte alimentari per la salute dell’uomo e del pianeta

La ricerca di mercato di GFK e Fondazione Istituto Danone racconta come cambia il carrello della spesa. Il 74% dei consumatori sceglie prodotti di origine vegetale per salvaguardare la propria salute

Dall’alimentazione di sopravvivenza a quella di autoindulgenza, a quella consapevole del rapporto fra alimenti e salute, l’approccio al cibo e alla dieta ha subito una serie di passaggi evolutivi per
arrivare, oggi, alla ricerca di scelte alimentari che possano conciliare la nostra salute con quella del pianeta in cui viviamo, senza tralasciare aspetti etici ed economici.

Partendo da una disamina del contesto attuale, il volume propone un percorso di approfondimento sulle diverse fonti proteiche, sull’impatto di salute, sulla qualità nutrizionale e le ricadute sull’ambiente, tramite la valutazione del loro ciclo vitale (LCA).

Da questo rapporto, nasce un nuovo tipo di stile alimentare? Si riesce a essere “flessibili” nelle scelte di cosa mettere nel piatto, in modo da conciliare le esigenze della nostra salute con quelle dell’ambiente in cui viviamo? Le proteine vegetali sono veramente intercambiabili con quelle animali in termini di capacità nutrizionale?

Quali i parametri per orientare le scelte alimentari nel prossimo futuro?

Sono queste alcune delle tematiche emergenti a cui il volume cerca di contribuire con quanto la scienza propone per aiutare gli addetti ai lavori, e, di conseguenza, i consumatori, ad orientarsi in
questo passaggio evolutivo dell’alimentazione del genere umano.

Sempre più italiani integrano le proteine animali con quelle vegetali. Il motivo? Per il 74% è anzitutto per salvaguardare la propria salute. E’ quello che emerge da un’analisi di GFK sulle abitudini
alimentari degli italiani, presentato nel corso dell’evento odierno promosso da Fondazione Istituto Danone in occasione della sua ultima pubblicazione dal titolo “Transizione proteica: varietà nelle scelte alimentari per la salute umana e del pianeta”.

Un documento che raccoglie i contributi provenienti dal mondo scientifico e che rivela alcuni dati molto interessanti per la nostra salute. Le indicazioni degli esperti suggeriscono che l’alternanza delle proteine animali con proteine vegetali nell’ordine del 3% dell’energia complessiva comporterebbe una diminuzione della mortalità per tutte le cause del 10%. Il consumo di proteine vegetali, oltre al contributo di amminoacidi, fornisce infatti fibre e componenti bioattive che concorrono ad uno stile di vita complessivamente più sano.

Motivi di salute che spingono i consumi, dunque, secondo i dati GfK: il 69% degli italiani al momento della spesa sceglie un alimento di origine vegetale. Non sorprende pertanto che tra le Top 15 categorie per trend di occasioni di consumo rispetto al 2019 si classifichino al primo posto le bevande vegetali. Seguono le uova, la pizza e le verdure,. Dati che registrano un trend in atto da anni: dal 1995 a oggi, gli italiani che seguono la dieta mediterranea sono cresciuti dal 52% al 61%.

Proprio da quest’ultima origina quella che oggi si definisce dieta “flexitariana”, che prevede una maggiore assunzione di frutta, verdura, cereali integrali e legumi, particolarmente utili al raggiungimento della quantità e qualità di proteine necessarie al fabbisogno giornaliero. Una nuova modalità di definirsi onnivori, che porta con sé vantaggi già comprovati dai dati scientifici. A cominciare dall’effetto positivo sul peso corporeo e dai benefici nella riduzione di grassi saturi e colesterolo, tipicamente poco presenti in questo tipo di dieta. Un approccio salutista, quindi, che deve richiamare l’attenzione del legislatore affinché l’acquisto di tali alimenti venga incoraggiato.

A guidare le nuove scelte alimentari, però, non ci sono soltanto esigenze nutrizionali, per quanto siano le più rilevanti. Lavolontà di integrare proteine vegetali , infatti, è spesso spiegata anche da fattori etici: il 74,7% degli italiani, per esempio, afferma di prendere in considerazione la sostenibilità ambientale dietro ai propri acquisti (la media mondiale è del 55%).

«Anche nel mondo alimentare si palesa una questione generazionale. Le fasce più giovani, infatti, sono tendenzialmente più attente a cosa consumano, all’origine del prodotto, all’impatto che esso può avere sulla propria salute e sull’ambiente. Ciò porta alla nascita di nuovi trend, che vedono protagoniste le proteine vegetali alternarsi con quelle di origine animale. L’alimentazione a base vegetale non è da considerarsi una moda, ma una realtà che già modifica le abitudini in tavola», ha dichiarato Fabrizio Gavelli, presidente di
Fondazione Istituto Danone. «Quello che rimane da capire, però, è se il Paese sia pronto ad affrontare questa particolare transizione agricola, che richiede visione ed investimenti: c’è infatti un tema di economicità di approvvigionamento delle materie prime che non può essere sottovalutato. Le istituzioni devono approcciare al tema con una consapevolezza più netta del fenomeno, intervenendo anche a livello fiscale, come suggerito da prestigiosi interventi degli esponenti del mondo scientifico, per avere un impatto positivo sui consumatori che hanno a cuore la loro salute».

Fondazione Istituto Danone
L’Istituto Danone Italia nasce con l’obiettivo di rappresentare un interlocutore sui complessi temi della nutrizione umana. Negli anni, l’Istituto ha portato avanti studi scientifici e importanti iniziative di formazione e informazione per i professionisti della salute, in particolare per medici pediatri, dietologi, nutrizionisti e geriatri. Dal 2011, l’Istituto Danone Italia ha assunto lo status di Fondazione, rinforzando in questo modo la propria totale indipendenza da Danone Italia. Oggi si conferma voce autorevole nella diffusione della cultura dell’alimentazione legata alla salute, dal bambino all’anziano, sia per gli specialisti del settore, considerati mediatori fondamentali tra il sapere scientifico e la sua trasmissione ai pazienti, sia per il grande pubblico.

 

Per informazioni
Cattaneo Zanetto & Co

 

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